‘Giochi di pace’: un progetto dell’Arci Puglia

archiviopiemonte 15-02-2012

‘Giochi di pace’: un progetto dell’Arci Puglia

L'Arci Puglia sta costruendo il progetto di solidarietà internazionale Giochi di Pace, unendo il piano politico della promozione della conoscenza a microazioni di rafforzamento della comunità mediterranea. L'impegno diretto dei circoli Arci nella costruzione di questa comunità solidale e la scelta di non dipendere dall'esclusivo finanziamento pubblico sono i cardini della Campagna, tesa a supportare le attività di educazione e scambio con il Remedial Education Center (REC) della Striscia di Gaza. Con i Summer Camps sull'educazione al dialogo e la pacifica convivenza, la Puglia ospiterà bambini provenienti dalla Striscia, scegliendo di rafforzare la cooperazione con chi, a Jabalia, rappresenta il luogo di sintesi dei valori che perseguiamo attraverso l'educazione popolare: la lotta all'emarginazione e la difesa dei diritti.

Il REC è nato nel 1993, verso la fine della prima Intifada, con una lettera di accredito e un progetto di sostegno educativo a bambini con difficoltà di apprendimento approvato dall'UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati Palestinesi). L'obiettivo più ampio era sviluppare un progetto educativo nella dimensione di un welfare slegato dall'appartenenza a comunità religiose o gruppi partitici. In questi anni, infatti, il REC è passato dal regime di occupazione israeliana alla giurisdizione dell'ANP a quella di Hamas, riuscendo a governare il difficile equilibrio necessario all'indomani della rottura tra quest'ultimo e Fatah. Mantenendo la propria indipendenza, e in un'area abitata da 108mila profughi stretta tra Jabalia e Gaza City, il REC lavora con bambini con special needs, le loro famiglie, la comunità a cui appartengono: nell'inclusione e nel dialogo contribuiscono a far crescere comunità solidali basate sull'integrazione delle classi sociali che le attraversano.

Quando nel 2009 l'Accademia Nazionale dei Lincei, con il premio ‘Antonio Feltrinelli’, riconobbe quella del REC «un'impresa eccezionale di alto valore morale e umanitario», Giorgio Forti su il manifesto definiva «insolito che un'importante istituzione nazionale italiana desse un riconoscimento a un'istituzione palestinese, per di più di Gaza, visto l'atteggiamento sbilanciato a favore di Israele tenuto da tempo dalla politica estera italiana». E infatti lo è: la Striscia di Gaza crea più di un imbarazzo anche tra chi della Palestina ha fatto il simbolo delle lotte per i diritti umani. Nei giorni pugliesi della visita di Husam Hamdouna (direttore del REC), nel luglio scorso, discutemmo della difficile convivenza tra difesa del diritto, resistenza ed educazione alla Pace, in un clima di perenne conflitto. Ci rispose con quanto avvenuto nel 2009, durante l'offensiva Piombo Fuso, quando l'esercito israeliano devastò una scuola del REC. Sulla lavagna i soldati avevano scritto: «Scusate bambini se abbiamo distrutto i vostri giocattoli. Siete nati nel posto sbagliato nel momento sbagliato». A seguito delle consultazioni con le famiglie, la risposta del REC fu tacere ai bambini ‘chi’ aveva distrutto la scuola: non si può allevare una generazione nell'odio.

«C'è pure chi educa, senza nascondere
l'assurdo ch'è nel mondo, aperto ad ogni
sviluppo ma cercando
d'essere franco all'altro come a sé,
sognando gli altri come ora non sono:
ciascuno cresce solo se sognato.»

(Danilo Dolci)

Info: internazionali@arcipuglia.org

(Arcireport n.6 del 14 febbraio 2012)
www.arci.it

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